MARCHETTI'S EVOCATIVE ACTION

 

Sandro Marchetti’s informal painting is an evocative and a narrative action of natural fables. Sensations and memories take into consideration these fables which are experienced where emotions have already created independent art. In doing so the painter and his cerature have different and autodeterminate connotations. In this context colour has warm or cold, deep or soft seasons. Dreams or trips into the dream, backwards pathes into unexplored legends advise us to look carefully and to improve all the ritualistic connections.

Relationships of CAUSE – EFFECT bewitch the observer where everything shares into universality. Form is free and without any bounds, the relationship with matter is dialectic. All this transfers to us essential strength. Like a biting graffito, everything becomes a “jeu de mots” into the spiral of time and matter shares out spaces.

Always balanced between reality and fiction Marchetti writes dynamic scores and attractive melodies with colours like a violinist. Every soft skyblue, twilight, exploration of gaudy atoms and aggregation of signs come out from the deep ravines and caves of our soul like groups of agglutinant cells. Without an exploration into the past it would be limited to talk about OUR ARTIST: in doing so we can discover the MAN FULL OF LIGHT into the mixture of devolpments of our thoughts. This leads us to the drawings of new anchorages. Marchetti is a modern traveller, an explorer of the SOUL; according to him style is moving but steady is his need of research.

Echoes of AVANT-GARDE ARTISTS (such as Polloch and Burri) still ride the cuts in which we can find open windows where we can discover new socializing terms. Holes with ICONOGRAPHIC aims, primitive graffiti marking spiralled up impacts, erections and torsions let us understeand reality in a more complete way.

In Marchetti’s pictures even the FIGURATIVE painting is full of fantasy and it enjoys the scent of things, pure nature beyond beauties of decorative and changing presences. Everything becomes function of itself, reflection of secular confessions and question of ascesis. “Locus” is not banal because infinite bounds it in atypical overflows.

Fantasy and a sort of nostalgic ESTRANGEMENT attract us together with romantic degressions which are often camouflaged behind the modern frameworks of image. In Marchetti’s works things are not what they seem and, if appearences can be deceptive, it is nice to be wrong. In this way our mistake can become a game of artistic language, an eclectic symphony of colour and FORMA MENTIS by crossing the threshold of what is possible and by making its way through the possibilities of always new emotions.

SANDRA LUCARELLI

Art critic of “Centro Arte Moderna”- Pisa

October 2006

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    L’INTERVENTO EVOCATORE DI MARCHETTI






Quello dell’
INFORMALE di Marchetti è un intervento evocatore e narrativo di favole innate. Queste vengono astratte da sensazioni e ricordi vissuti dove le emozioni hanno già creato arte autonoma. Così l’autore e la sua “creatura” assumono connotazioni distinte ed autodeterminate. Il colore ha stagioni fredde o calde, intense o tenui.

Sogni o viaggi nell’onirico, percorsi a ritroso dentro leggende ancora inesplorate ci guidano ad osservare ancora, a valorizzare il nesso ritualistico.

Rapporti di CAUSA - EFFETTO affascinano l’osservatore là dove tutto partecipa alla cosmicità. La forma è libera e senza vincoli, il rapporto con la materia è dialettico e riesce sempre a trasmetterci vitale vigore. Graffiti o graffiati, il tutto è un “jeu de mots” dentro la spirale del tempo in cui è la materia a dividere gli spazi.

Sempre sulla corda, come un violinista, Sandro Marchetti scrive con il colore spartiti dinamici, arie suggestive nelle sue tele. Emergono dagli anfratti, dalle grotte profonde dell’anima, tutti quegli azzurri tenui, i crepuscoli e le esplorazioni d’atomi sgargianti, le aggregazioni del segno come nuclei di cellule agglutinanti. Dunque, senza un’esplorazione nel passato, parlare del NOSTRO apparirebbe riduttivo. Così facendo si riscopre invece l’ uomo di LUCE PIENA nell’amalgama di uno sviluppo del pensiero che porta al disegno dei nuovi ancoraggi. Marchetti è un moderno viaggiatore, un INTERNAUTA, per cui lo stile è mobile, ma ferma è la volontà di ricerca.

Reminiscenze di AVANGUARDIE da Polloch a Burri, cavalcano ancora i tagli in cui possiamo trovare finestre aperte per scoprire nuovi termini socializzanti. Fori con finalità ICONOGRAFICHE, per percezioni profonde, quasi graffiti primitivi che imprimono impatti a spirale, erezioni e torsioni per flettere e riflettere.

Anche il FIGURATIVO in Marchetti è intriso di fantastico e gode del profumo delle cose, nature incontaminate oltre a bellezze di eteree presenze decorative. Tutto diviene funzione del sé, riverbero di confessioni laiche e interrogativi dell’ ASCESI. Il “locus” non ha banalità perché è l’infinito che lo delimita in sconfinamenti atipici.

Ci attrae la fantasia, quel po’ di SPAESAMENTO nostalgico, con qualche parentesi romantica, spesso mimetizzata dietro alle impalcature moderne dell’immagine.

Le cose per Marchetti non sono proprio così come sembrano e, se l’apparenza inganna, è bello fare dell’ INGANNO gioco di artistico linguaggio, sinfonia eclettica di colore e FORMA MENTIS, varcando la soglia del possibile, aprendo il passo alle variabili di emozioni sempre nuove.


SANDRA LUCARELLI Critico del “Centro Arte Moderna”- Pisa
Ottobre 2006



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